Come spendere due milioni di euro a Sambuca (e farsi tornare la memoria)

“Consolidamento”, “riqualificazione”, “mitigazione  del dissesto idrogeologico” sono queste le parole che  la fanno da  padrone, in questi giorni, dopo l’annuncio dell’arrivo a Sambuca di Sicilia di due  milioni di euro di fondi governativi.

Ad usufruire di tre distinti e concomitanti  finanziamenti  sono tre aree del paese: il Calvario, i quartieri arabi, la Contrada Cuvio.

Merita un doveroso approfondimento l’area dei quartieri arabi, dove dal 2012 risiede anche la mia famiglia.

La Piazzetta Saracena, cuore dei quartieri arabi, ha visto poco meno di dieci anni fa un radicale intervento, per arginare il dissesto idrogeologico  in atto: un milione di euro, cofinanziati dalla Provincia di Agrigento e dai Programmi Regionali dell’Unione Europea. La parte superiore della Piazzetta, in questi ultimi anni, è rimasta fortunatamente integra (e quindi viene utilizzata, soprattutto in estate). Quella  inferiore, comprendente le recuperate cave (cioè le cosiddette “purrere”, sbandierate ai primi turisti sopraggiunti) dopo appena un anno di apertura,  è stata interessata da nuovi smottamenti di terra e prudentemente chiusa. Di fatto è stata abbandonata, compresa l’area sotterranea trasformata inizialmente in luogo di esposizione delle cantine vinicole  locali, in spregio alla storia del luogo, che mai ha  visto  l’uso del vino nei suoi sotterranei.

Accanto alla Piazzetta restaurata dieci anni fa, furono volutamente  lasciati i ruderi di alcune case, a ricordo del passato urbanistico del quartiere. Eccetto i tre giorni del Presepe vivente in dicembre, i ruderi “comunali” per gli altri 362 giorni hanno vissuto la  loro condizione di magazzino-discarica a cielo aperto.

I soldi in arrivo serviranno a “riqualificare”, per la seconda  volta, quello che è stato “riqualificato” dieci anni fa?

Oppure, serviranno ad arginare il degrado delle trenta case, presenti nel quartiere arabo,  passate di mano, tutte insieme, dal Comune di Sambuca  ad una società privata palermitana. Questo era accaduto dieci anni fa, ed allora si annunciò la realizzazione di un albergo diffuso. I cantieri furono aperti solo nell’ottobre del 2016 e chiusi nel febbraio 2017. Nulla più se ne  fece. I finanziamenti europei furono restituiti dalla società privata e gli anni successivi utilizzati per chiudere le  vicende  giudiziarie connesse.

Veniamo ora all’ultimo capitolo di una  possibile “nuova” riqualificazione nei quartieri arabi: la  pavimentazione dei Vicoli del Borgo Vecchio. Anche questi già “riqualificati” all’inizio degli anni ’90, con l’utilizzo delle pietre “bianche” che  si trovano anche  oggi sulla spiaggia della contrada Bertolino, a Menfi.  Da sempre, in paese, tutti  sanno che quei Vicoli sono pericolosi, per i pedoni, le auto ed i motorini. Soprattutto, quando arriva la stagione invernale, con annesse piogge. I Vicoli diventano allora una  pericolosa pista di pattinaggio. Ai forestieri, in verità,  non viene  raccontato nulla. I paesani che abitano fuori dal quartiere arabo, quando piove, evitano semplicemente di percorrere i Vicoli.  Quelli che invece vi abitano devono arrangiarsi e ricordarsi di essere più prudenti del solito. Infine, i turisti di passaggio, che scoprono sotto la pioggia il rischio di scivolare, si affidano a gran voce al passa parola.

Ebbene, i soldi che arrivano adesso potrebbero essere utili. Gli amministratori  comunali, insieme a qualche solerte funzionario,  potrebbero rileggersi le “PEC” (le  email che hanno valore di raccomandata) inviate più di anno fa al Sindaco, agli Assessori comunali e ai Consiglieri Comunali.  Non minacciavano cause imminenti, ma invitavano a farsi carico della  pericolosa pavimentazione dei Vicoli.

Lo ammetto, anzi lo voglio ricordare, quelle “PEC” le  ho inviate  io al Comune. D’altra parte ne  avevo pure un buon motivo:  una  disastrosa “scivolata” e conseguente caduta nei Vicoli il 29 dicembre 2019. Pioveva. Frattura scomposta dell’omero, operazione all’Ospedale di Sciacca a Capodanno, ed una  fisioterapia che dura da oltre un anno.

Purtroppo, la “PEC” è  una sconosciuta al Comune di Sambuca. Nessuno, ma  proprio nessuno, ha trovato il tempo di leggerla e di rispondere. Anche solo  per dire: ci dispiace, nulla possiamo fare. Oppure, per dire: i soldi sono finiti, li abbiamo  spesi   per rifare e rendere più bello  il marciapiede vicino Piazza della Vittoria; ed anche per le  spese legali per fronteggiare chi è caduto in strada prima di lei!

Nessuna risposta, nessuna dichiarazione  pubblica, nessuna intervista: solo silenzio, il vecchio collaudato silenzio degli amministratori e della  burocrazia.

I mesi trascorrono, e  tu pensi ad altro:  sei alle prese con la fisioterapia, che  non è propriamente un divertimento. Intanto  in Italia arriva il Covid, che a Sambuca ritorna virulento. In mezzo l’estate sambucese, e lo sguardo benevolo sugli assembramenti di massa davanti ai locali per bere. E così ovunque, dicono in paese.

Adesso, ti accade di andare a Sciacca e di percorrere  per l’ennesima volta i suoi  Vicoli, molto simili a quelli di Sambuca. “Riqualificati” però in modo semplice, proprio per evitare quei rischi che a Sambuca  ti portano, più facilmente, all’ospedale.

Ho fatto qualche  foto, che  allego. Tra i nuovi soldi che  arrivano a Sambuca (ai quali ho contribuito con le  mie tasse)  e la  memoria da far riaffiorare, queste foto potrebbero essere utili agli amministratori. Come si dice in Sicilia… per oggi, che non è oggi, né domani, ma dopodomani.

Sambuca
Sambuca
Sciacca
Sciacca

 

 

 

 

 

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