Egitto. Storia di un giornalista, Mahmoud Hussein, nato all’ombra delle piramidi del Cairo, divenuto giornalista di Aljazeera, arrestato il 23 dicembre 2016, mentre era tornato in Egitto per salutare la famiglia. In prigione da quattro anni senza aver mai subito un processo. Un “ammonimento” del regime egiziano rivolto a tutti i giornalisti e a tutte le televisioni arabe sgradite.
Una storia che ha radici lontane in Egitto, sin dai tempi di Mubarak. Il corrispondente di Aljazeera al Cairo dal 2001 al 2003, quando io ero corrispondente della Rai nella stessa città ed avevamo i nostri uffici nel medesimo palazzo che si affacciava su piazza Tahrir, mi raccontava che trascorreva ogni mese un paio di giorni in prigione con il suo cameraman per qualche servizio sgradito. Lo raccontava con il sorriso sulle labbra. Era, per lui, un male da mettere in conto, da accettare ma davanti al quale non bisognava fermarsi.